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Maggio 4, 2011Per essere belli non serve rifarsi, ci vuole molta autoironia e non conformarsi ai “finti” modelli
Cult ha incontrato il prof. Marco Gasparotti, chirurgo estetico di fama mondiale, che ha rifatto vip e persone non famose, uomini e donne, giovani e anziani. Autore di diversi libri, tra cui il best seller “Che faccio, mi rifaccio?”, insegnante universitario e nel 1982 creatore dell’innovativa tecnica “liposcultura superficiale”, che ancora insegnano nelle varie università del mondo, il prof. Gasparotti ci ha raccontato “il mondo” della chirurgia estetica e plastica, aggiungendo qualche aneddoto e curiosità.
Domanda: Ormai la chirurgia estetica è entrata da anni nelle nostre case e ora a rifarsi non sono solo i vip, ma anche i giovani ragazze/i, addirittura 18enni, i quali chiedono come regalo di compleanno di rifarsi il seno o il naso. Secondo lei, quale motivo spinge i giovani a ricorrere alla chirurgia estetica?
Tutto è esploso 4-5 anni fa con la pubblicità di Gucci: i ragazzi volevano sempre più assomigliare a quei modelli “belli e maledetti” che imperavano sui giornali, sulla cartellonistica, in televisione. La voglia di assimilarsi a quei modelli “simil-dei” e soprattutto la paura di essere diversi sono i motivi principali che spingono i giovani a richiedere interventi di chirurgia estetica. Così i giovani spesso si fanno regalare dagli amici e dai parenti interventi estetici in occasione del compleanno, per Natale, per l’onomastico.
Si deve fare una distinzione tra le esigenze e gli interventi dei giovani e delle persone adulte?
Certamente. I giovani spessi si rifanno per adattarsi al gruppo e soprattutto per migliorare la loro vita e spesso richiedono: seni leggermente più grandi e eliminazione della cellulite o di inestetismi evidenti o pronunciati (donne), eliminazione della pancia e dell’addome troppo rilassato; viso, pettorali e spalle più scolpiti (maschi). Mentre, le persone adulte ricorrono alla chirurgia estetica per ringiovanire l’aspetto e, qualche volta, anche l’animo. Se fatta con autoironia e accettazione di sé, la chirurgia può aiutare a migliorare la vita di chiunque. Ed ecco che la tendenza, soprattutto negli adulti, è quella di eliminare le rughe, rassodare il corpo, pulire il viso dal grigiore e dallo stress accumulato. In entrambi i casi, un buon chirurgo affianca sempre una consulenza psicologica perché, ricordate sempre, che per rifarsi non bisogna essere depressi!
Che cos’è la bellezza, per lei?
E’ amore e rispetto per se stessi, pur avendo dei difetti; è autoironia, simpatia, essere positivi e propositivi nei confronti della vita; è essere, o meglio, sentirsi attraenti. Spesso, il modo di toccarsi i capelli o un gesto fatto per caso, una risata o uno sguardo, possono rivelare una bellezza assoluta, perfetta. Una bellezza che ti colpisce.
La sua paziente più giovane e quella più anziana.
15 anni la più giovane che aveva un problema di simmetria, mentre la mia paziente più giovane aveva 84 anni. E ciò che più mi ha colpito è stato quando la signora, a intervento finito, si è assicurata che durasse almeno dieci anni!
Lei ha studiato, insegnato e lavorato in tutto il mondo: Italia, Stati Uniti e Brasile, per citarne alcuni. Dove ha trovato più “reticenza” – se l’ha trovata – ad avvicinarsi alla chirurgia estetica?
La chirurgia estetica 30 anni fa non si faceva molto, ora è sdoganata. Negli ultimi anni, è aumentata quantitativamente ma anche qualitativamente. E ormai non è solamente una priorità dei vip, chiunque chiede il famoso ritocchino e non ci si vergogna più di dire che ci si è “aggiustati” qua e là. Anzi, il passaparola è un ottimo strumento per convincere le persone ad andare dal chirurgo e vi posso assicurare che sono veramente molte. E se la mano di un chirurgo interviene, ma nessuno se ne accorge, vuol dire che il lavoro è ben fatto.
Un consiglio di “bellezza” che vuole dare ai giovani di oggi…
Vorrei dare solo un consiglio: di non conformarsi mai ai “finti”modelli, di accettarsi e amarsi e essere se stessi, il più possibile.
di Patrizia Tonin.